Più cose sai, più facile diventa la tua vita”

Paolo Borzacchiello (esperto di intelligenza linguistica e PNL)

Avete scelto? Intendo in cucina al supermercato e a tavola.

Il primo passo, così l’ho definito nel precedente articolo, verso la piena consapevolezza alimentare è una presa di posizione: è il fermo immagine, ossia la presenza attenta, di te che compri, apri il frigorifero, metti in pentola e mastichi. E’ fondamentale perché fa luce sulla gestualità e smaschera l’automatismo: entrambi sono atti spesso inconsci e diventano rituali che compi senza pensare. Un po’ come guidare la macchina: quando lo sai fare lo fai e basta, mica pensi quando è ora di schiacciare la frizione per cambiare la marcia. Il tema è: se hai imparato a guidare da pirata e ti piace schiacciare sull’acceleratore, è dura osservare il limite di velocità di 50 km/orari nei centri abitati. Il piede schiaccia anche se la testa dice di non farlo perché rischi grosso (pedoni, biciclette, motociclisti che saltano come birilli ma anche multe salate, il ritiro della patente e pure il carcere).

Lo stesso (non perseguibile dalla legge ma dal tuo naturale volere di forma fisica e salute) succede quando mangi. Sei abituato a mangiare ciò che ti fa gola ma vorresti non ingrassare e tanto meno alzare i livelli di glicemia, colesterolo, trigliceridi, pressione. E ti chiedi: ”perché tutto quello che è buono alla lunga fa ingrassare e ammalare?”.

Bene, sei pronto per il passo 2.

Eccolo.

SECONDO PASSO: SI MANGIA, NON SI DIVORA!.

Mangiare presuppone masticare e, questa, è una di quelle azioni che, il più delle volte, si compie facendo altro, del tipo: parlare (molti lo fanno; mangiano e parlano allo stesso tempo), scrivere sul telefono (guardati intorno e lo vedrai), seguire un programma televisivo, guidare (si certo, alcuni mangiano mentre guidano), discutere di affari di lavoro o di cuore (anche animatamente. Osserva i tuoi vicini al ristorante e te ne accorgerai), cucinare (c’è chi, mentre cucina, mangia parte degli ingredienti perché stuzzicanti o per appetito) e chissà cos’altro ancora. Tutte distrazioni che portano via e levano presenza e concentrazione alla masticazione. Si mangia ma si perde l’attimo, il momento del “godimento alimentare” che deriva proprio dal masticare. E’ in questa fase, infatti, che i sensi, attraverso le papille gustative, percepiscono i sapori, gli abbinamenti ed i contrasti, le consistenze, il calore ed il profumo (gusto ed olfatto sono collegati) del pasto. E’ in quell’attimo che provi soddisfazione dal cibo, è qui che ti “innamori” di un piatto e lo fissi nella memoria; è in quei pochi istanti, boccone dopo boccone, che percepisci la meraviglia di essere vivo perché provi piacere.

Ora leggi con attenzione: masticare poco, magari facendo altro, non sazia e fa ingrassare.

Il senso di sazietà sopraggiunge circa 20 minuti dopo il pasto: se non mastichi accuratamente e/o fai altro mentre mangi, il cervello non “registra” bene l’azione e chiede ancora cibo, insoddisfatto. E’ come se, distratto da altre azioni mentre mangi o “ingannato” dalla velocità masticatoria, si perdesse il pasto (in fondo lui, il cervello, stava facendo altro come scrivere, telefonare, guardare e guidare). Il cervello può rispondere ad un solo comando per volta. Risultato? Si ingurgita (è il caso di dirlo perché quasi non si mastica) più del dovuto e cibi molto sapidi per percepire un sapore “oscurato” da altro. Anche per questo si ingrassa “senza rendersene conto”.

Pazzesco, vero?

Per non parlare di quello che succede allo stomaco e all’intestino con il cibo masticato poco e male: reflusso gastroesofageo, gonfiore, sonnolenza postprandiale, cattiva digestione e assorbimento degli alimenti.

Non è il cibo in sé a fare male o ingrassare; è come lo mangi, quanto ne mangi e quando lo mangi.

Sul quando e cosa è bene mangiare costruisco ogni giorno i piani alimentari per i miei pazienti. Ci tengo tantissimo perché è il “segreto del successo”, è la marcia giusta per andare avanti, verso gli obiettivi di salute e linea ed è il TERZO PASSO che vorrei condividere con voi.

Avete le vostre idee al riguardo, lo so, ma so anche che alcune di esse non sono esattamente “farina del vostro sacco”. Assorbiamo e facciano nostro ciò che ci sembra “vero”; è normale. Ma sarò proprio così veritiero quello abbiamo in testa? Se così fosse i più sarebbero normopeso e perfettamente sani.

Ma così non è, purtroppo.

Allora, se ti ho incuriosito, resta con me: il terzo passo è l’informazione che aspetti per addestrare testa e pancia e, finalmente, metterli d’accordo.

Quindi, non mancate.

IO CI SARO’

GRAZIE