“cerca di essere oggi ciò che vuoi diventare domani”
William James

Bentornati!
Come promesso, in questo nuovo appuntamento svelerò quali fattori influenzano il processo di invecchiamento al di là dell’impronta genetica che, la scienza ha constatato, incide solo per il 25% circa.
L’epigenetica ha fornito una svolta negli studi in questo senso, spiegando che le abitudini personali e l’ambiente nel suo insieme creano stimoli e pressioni capaci di agire, impartendo specifici comandi al nostro orologio biologico.

Volendo minimizzare e semplificare al massimo i concetti che andrò a spiegare, potrei usare il termine “stress” poiché agisce direttamente su tutti i fattori implicati.
Tuttavia la parola “stress” è abusata e collocata erroneamente nei discorsi dei più. Leggerete quindi la dicitura “elemento o fattore stressogeno” (che i dottorati apprezzano) ossia qualsiasi evento che “invade”, “altera”, “modifica”, “assale” gli equilibri interni di tutti gli apparati ed organi vitali.

Ci sono comportamenti quotidiani che, davvero, creano la storia clinica (ed emotiva) delle persone.
Parlo delle azioni e delle scelte, quasi automatiche, che si compiono ogni giorno anzi, ogni istante della vita; e diventano un destino.

E sono: respirare, mangiare, bere, pensare, muoversi, dormire.

Tali “esercizi personali di vita” sono quei famosi fattori esterni al DNA che l’epigenetica annovera come promotori o meno della longevità.
Ora mi spiego meglio.
RESPIRARE. Tutti noi compiamo atti respiratori in automatico; ma la respirazione è un fenomeno semi-automatico. Respirare serve ad incamerare ossigeno che verrà distribuito in tutti i distretti corporei, in tutte le cellule che, in carenza (anossia) muoiono. Precocemente.
Chi non ha dimestichezza con le discipline che studiano la pratica della respirazione consapevole (principalmente mindfullness, pilates, meditazione, yoga oramai riconosciute come validi strumenti per il benessere psico fisico dal mondo accademico) respira senza prestare alcuna attenzione e, di solito, non fornisce la corretta “intenzione” al riempimento polmonare adeguato. In situazione di ansia, preoccupazione, concentrazione o semplice abitudine, si compiono respiri brevi ed accelerati senza il coinvolgimento pieno del diaframma e dell’addome, con il risultato di assumere meno ossigeno attraverso le vie respiratorie (naso e bocca).
E’ questo, il primo elemento stressogeno che “affama” le cellule destinandole a morte precoce.
Lo si può osservare nella trama asfittica del derma di coloro afflitti da rughe precoci, in particolare su fronte e collo, nel tessuto poco ossigenato degli arti inferiori (stadi più o meno avanzati di edema e del processo cellulitico aggravato dal ristagno dei liquidi) e in coloro che accusano stanchezza ingiustificata, scarsa attenzione, malavoglia. Siamo esseri aerobici ossia capaci di vivere e funzionare solo in presenza di ossigeno; la “fame d’aria” auto imposta da una respirazione inadeguata ci mette in difficoltà. Il cervello è il primo ad accusare il colpo. I neuroni con poco ossigeno inviano segnali di stanchezza, impongono sbadigli e sospiri profondi (sono strategie per forzare la respirazione e riportare al giusto livello la quota di ossigeno) e, nel lungo periodo, risultano comunque più provati, quindi meno efficienti, di quelli ben forniti del loro elemento vitale; l’ossigeno appunto.
Pochi ci fanno caso, ma respirare fa davvero la differenza e, almeno in parte, può essere pensata e  corretta con tecniche respiratorie apposite. Ed ecco che l’ambiente in cui vivi aggiunge un nuovo elemento alla lista “fattori che influenzano la longevità”.
Un ambiente ad alto tasso di inquinamento mortifica l’atto respiratorio e la vita umana: ad ogni respiro entra troppa anidride carbonica (con le micidiali polveri sottili) e meno ossigeno così da rendere i polmoni poco performanti, rispetto l’ideale, con il risultato di intossicare cellule,organi e apparati.
Sarebbe bello purificare città, stati, nazioni ed il mondo intero; non siamo solo noi umani a soffrirne. Animali e natura intera gridano aiuto poiché l’inquinamento,con il conseguente effetto serra che soffoca la Terra, è una ferita alla Vita intera.
Ora, qui, non serve lamentarsi; serve una soluzione. Una pratica che ci possa aiutare.
Vi invito quindi a trovare spazio e volontà per trascorrere tempo, mai perso e prezioso, nella natura, sia essa un parco, un viale alberato, una montagna, una pineta o il vostro giardino per beneficiare di ossigeno-vita. Anche se è poco è già qualcosa. E’ già un’azione-intenzione; e fa la differenza.
In America e in Giappone il sistema sanitario riconosce la “green therapy” ossia una vera e propria terapia sanitaria volta a regolare i valori pressori, glicemici e lipidici; è prescritta anche per le forme depressive e per stimolare le capacità di concentrazione e creatività.
La natura è terapeutica perché, grazie alla fotosintesi clorofilliana che utilizza anidride carbonica per produrre ossigeno, è salvifica a tutti i livelli e forme di vita.
Nell’impianto cellulare dei viventi esistono degli organuli (mitocondri) dentro i quali si svolge la “respirazione cellulare” che produce ATP ossia energia per fare, riparare, pensare, vivere. Senza ossigeno tutto si blocca; senza piante noi non esisteremmo. Nonostante le scriteriate azioni umane, sono i vegetali a procurare ossigeno da respirare per mantenerci vivi, in salute e più giovani. La gratitudine verso la Natura Regina dovrebbe essere quotidiana,come è quotidiana la fornitura di vita e salute che offre.

E’ curioso, ma un altro elemento di cruciale importanza ai fini della longevità è strettamente collegato alla respirazione.

Respiro=ossigeno=mente nutrita=pensiero nobile.

 PENSARE.  E’ un atto deliberato che, se non gestito, direzionato, incanalato, può diventare padrone anarchico del nostro agire. I pensieri sono atti potenti che, insieme alle parole che pronunciamo a noi stessi e agli altri, influenzano profondamente il nostro vivere e il nostro benessere.

La medicina moderna parla di scorie organiche, la medicina antica di quelle dell’anima ma il concetto è lo stesso: pensieri ossessivi, persistenti, distorti, negativi, pessimistici, cristallizzati nel passato o affannosi riguardo al futuro infettano, infiammano, ammalano le cellule e la gioia di vivere. Producono vera spazzatura. La “cappa nera e mefistofelica” del mal pensare, provoca un cortocircuito delle funzioni biologiche nel laboratorio chimico delle cellule che, “disorientate”, non producono e non fanno per bene quello per cui sono preposte.
Senza entrare in dettagli biochimici, le reazioni endocrine (ormonali) e nervose (neurotrasmettitori) scatenate dalla cupezza e dalla tristezza, minano la salute cellulare. Risulta un codice di comportamento delle stesse erroneo che implica la produzione di sostanze infiammatorie (citochine) e scorie organiche capaci di infiammare e alterare il ritmo interno.
Tradotto: caos organico che altera l’omeostasi (ossia l’equilibrio delle reazioni chimico-fisiche) che sfocia nella risposta ossidativa e degenerativa cellulare. Quindi invecchiamento. Ma anche malattia. Fisica e mentale.
Andrea De Giorgio (professore associato di Psicologia fisiologica e delle emozioni presso la facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi e-Campus e presso il Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università di Torino) nel suo libro “la mente mente?” dichiara:
i pensieri non sono fatti, non sono reali. Derivano da fatti reali del passato e possono diventare oggetti del futuro. DIPENDE DA NOI. Certo è che ogni pensiero, se pensato, masticato, rimuginato, attenzionato, cresce e prende forma, energia e forza. Diventa così talmente forte da diventare VERITA’ nel mondo mentale e poi nel mondo FISICO poiché, diventando verità, influenza il nostro comportamento e il nostro rapporto con gli altri.
Raccontatevi una bugia mille volte e diventerà realtà.
Quello che accade è che i pensieri vanno e vengono. Se rimangono è perché diamo loro TROPPA O ALCUNA IMPORTANZA. Gestirli senza un processo di consapevolezza, tuttavia, è impossibile”.

De Giorgio insegna come e perché governare la mente per portare armonia, consapevolezza ed equilibrio. Tutte  parole chiave care all’epigenetica perché dalle stesse, emerge la causa e l’effetto del danno o della riparazione cellulare. Quindi dell’invecchiamento e della malattia.
“State attenti ai vostri pensieri e desideri perché potrebbero diventare realtà”.

Che tu sia giovane o meno, sei materia fatta di energia che forma il corpo, abita la mente e respira la Vita. I pensieri DIVENTANO il tuo ambiente di vita e, se non li governi con tecniche specifiche e azioni consapevoli, si concretizzano in un fattore stressogeno che inquina e invecchia il corpo.

Dal pensare all’agire il passo è breve e ci porta dritti agli altri argomenti della nostra analisi ossia: quali atteggiamenti, costumi alimentari e sociali sono consigliati per la lunga e sana vita?

Oltre all’epigenetica, ho studiato il progetto “Blue Zone” diretto da Gianni Pes e Michel Poulain. I due hanno identificato le aree demografiche e/o geografiche del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. La loro pubblicazione su Experimental Gerentology ha sbalordito e acceso confronti che, a tutt’oggi, coinvolgono e fanno discutere i ricercatori di tutto il mondo.
Lo sai? Tra le zone selezionate c’è anche l’Italia (Ogliastra e Barbagia in Sardegna) e vedremo perché!
Ho selezionato per voi il meglio di queste e di altre scoperte. Sarà un vero piacere scriverne e confrontarmi con voi perché gli studi e la ricerca sono la scienza, le esperienze di vita scrivono la storia.

Vi aspetto qui, la prossima settimana esaminerò gli argomenti della domanda:”quali atteggiamenti, costumi alimentari e sociali sono consigliati per la lunga e sana vita?”
Non mancate. Io ci sarò.
Grazie