E’ TEMPO DI VIAGGIARE, ANCHE SOLO CON LA FANTASIA

Ovunque tu vada ci sei già”

J. Kabat-Zinn

Desidero condividere con voi una tappa importante del mio percorso personale e professionale.

Quest’anno così difficile, intenso ma anche prezioso, ho sentito il bisogno di saperne di più, di imparare, di mettermi alla prova. Mi sono iscritta ad un master, ho seguito, dedicato tempo, energie e pensiero allo studio e alla pratica per diventare “istruttore mindfulness”.

La Commissione Nazionale per la Formazione Continua dei Professionisti della Sanità (ECM) inquadra gli istruttori mindfulness in un ambito di “Epidemiologia: promozione e prevenzione della salute, diagnostica, tossicologia,con acquisizioni di nozioni tecnico – professionali”.

Sinceramente, tutte quelle definizioni non sono state il motivo che mi hanno spinto a fare il master; io puntavo ad altro o, meglio, agli altri.

Mindfulness letteralmente significa ”pienezza della consapevolezza mentale” che non ha nulla a che fare con le varie correnti new age alternative o dottrine mistico-religiose. Deriva, è vero e fortunatamente, da tecniche Buddiste e da altre pratiche contemplative orientali ma, grazie al biologo J. Kabat-Zinn, è stata trasformata in un procedimento scientifico protocollare: esistono protocolli in ambito clinico e la sua validità ed efficacia sono sostenute e dimostrate da migliaia di studi scientifici.

Un matrimonio perfetto che associa l’antica saggezza olistica orientale e la scienza propriamente detta, con i suoi rigori e numeri e risultati. Tutto il sapere antico e moderno dell’umanità e dell’universo intero per portare CONSAPEVOLEZZA ossia presenza mentale e fisica, capacità di vivere nel QUI e ORA, nello stare CON QUELLO che C’E’; nel LIBERARE la MENTE dagli inarrestabili pensieri troppo spesso negativi.

Gli effetti benefici riconosciuti alla mindfulness sono essenzialmente legati alla gestione dello stress e ai disturbi stress-dipendenti; alla diminuzione della “ruminazione mentale”, alla capacità di essere meno reattivi, impulsivi, a fronte di certi eventi stressanti, al miglioramento della memoria e delle capacità concentrative e, non per ultimo, all’aumento delle difese immunitarie organiche.

Ecco, queste sono state le argomentazioni che mi hanno toccato, incuriosito, spinto a seguire il percorso formativo perché, per me, per i miei pazienti, per tutti sono cruciali per il vivere bene, sani, in equilibrio e, oserei dichiarare, anche in pace.

Relativamente alla mia professione di nutrizionista, mi sono accorta che per avere successo non basta un puro lavoro di tecnica alimentare: è fondamentale integrare con un approccio olistico che tocca corde più profonde, quelle capaci di motivare, spronare e “accendere” forze sommerse.

Per insegnare il “benessere globale” in cui credo, ossia ottenimento dei risultati sperati nel corpo in armonia con la mente e la singolarità di ciascuno, serve tecnica, pratica, sapere, sensibilità ed equilibrio. A partire proprio da chi insegna e indica e suggerisce come fare. In questo caso io.

Questo, proprio questo, mi ha avvicinato alla mindfulness che, tra l’altro, ha anche il pregio di soddisfare il mio antico bisogno di scienza ossia di veridicità tangibile e misurabile.

Le pratiche mindfulness si basano sostanzialmente sull’atto universale della respirazione (tutti respiriamo per vivere) e lo trasforma in un atto consapevole, attento, guaritore; quasi una guida nell’ancoraggio al presente, al suo REALE esistere, quindi capace di disattivare i “treni di pensiero” che formano un loop. I pensieri sono potenti e rappresentano lo specchio di come intendiamo e viviamo ciò che crediamo reale. Io lo osservo nei pazienti tutti i giorni.

Mi sono accorta che la maggior parte di coloro che mi chiedono aiuto sono schiacciati dal peso delle aspettative di dimagrimento e raggiungimento veloce e facile dei risultati sperati. Quasi fosse un compito, un lavoro da sbrigare, una seccatura da risolvere.

Questo atteggiamento è fallimentare e spiegarlo a parole a volte non serve.

Quello che serve è:

– LIBERARE LA MENTE DALL’ANSIA DEL RISULTATO,

– SGRETOLARE LA GRANITICA CERTEZZA CHE UNA VOLTA PERSI I CHILI IN ECCESSO LA VITA SARA’ MIGLIORE,

– RIDIMENSIONARE IL VALORE DELLA MAGREZZA QUALE ILLUSIONE DI ESSERE ACCETTATI QUINDI AMATI,

– CAPIRE CHE NUTRIRE IL CORPO EQUIVALE AD ESSERE VIVI OSSIA VITALI: DARE CIBO E’ UNA METAFORA CHE NUTRE OGNI SINGOLA CELLULA; NON SOLO GODIMENTO PAPILLARE.

Ancora, mi sono accorta che i più hanno una modalità di respiro corto, affrettato, trattenuto. Lo osservo ascoltandoli, percependo le pause e l’altalenanza dei toni soprattutto quando parlano della fatica nell’osservare una logica di comportamento alimentare o quando spiegano i loro disturbi. Il respiro segue la “fatica“nella dichiarazione dei personali “buchi neri” dichiarati quindi è una sorta di risposta organica allo stress (a volte solo immaginato).

Il respiro trattenuto limita l’ossigenazione e, di conseguenza, il potenziale di risposta ideale agli eventi stressogeni (oltre che affamare tutte le cellule di ossigeno vitale; a livello celebrale in primis). Questo crea fatica, impotenza e risposta abnorme anche a normali eventi in apparenza contrari.

Nel progetto-tesi che ho presentato a fine master ho simulato l’aiuto che posso offrire in tutti questi casi: ho descritto le intenzioni, le modalità e le pratiche mindfulness che intendo aggiungere ai miei protocolli alimentari al fine di offrire una maggiore forza ai programmi di alimentazione personalizzati stessi, proprio grazie al taglio olistico-emotivo che li rende più forti, potenti e veri.

L’introduzione del capitolo mindfulness aggiunge un sapore di sacralità al mio format attuale e sfida l’ordinarietà delle diete comuni che rimandano al sacrificio, alla rinuncia, all’attesa lunga e difficile, ad un risultato che non soddisfa mai pienamente proprio perché solo “fisico”.

E’ vero, sono solo agli inizi. Ho concluso il master lo scorso fine settimana ma, strada facendo, ho già messo in pratica in me e negli altri quello che ho “sentito” importante, “terapeutico”, utile.

E a voi, lettori, pazienti, amici e sconosciuti che leggete dedico le ultime righe della mia tesi perché è per voi e grazie a voi che è stata pensata:Sono grata del percorso che ho fatto, diventare “istruttore mindfulness” in un momento storico così difficile, che ha reso il percorso stesso difficile, mi ha offerto una nuova forma di resilienza.

Quello che cercavo era un’occasione per imparare qualcosa che non so, la scintilla che mi aprisse file che dimorano in me ma che non ho mai voluto, saputo osservare. Ascoltare.

Cercavo, cerco spunti, idee, metodi risposte per essere migliore. Per me. Per gli altri.

Non so con certezza se e come sono migliorata con il master in oggetto; ma quello che so è che metterò a frutto quello che ho “sentito” utile per me e, di conseguenza, per i miei pazienti.

La bellezza di questo momento è una possibile risposta al mio atavico bisogno di coniugare la scienza con l’insondabile.

Un po’ come tornare bambini perché, come dice il Piccolo Principe, ”l’essenziale è invisibile agli occhi”.

Vi aspetto, qui, la settimana prossima.

E sarà, quasi, Natale. Ho pensato ad un dono speciale, che sa di buono e tocca la pancia. Ma anche il cuore.

Stanne certo, io ci sarò!

Non mancare.

Grazie