L’essere umano può l’impossibile”

Goethe

Vi parlavo, nell’articolo precedente, delle azioni utili per stare bene, in forma e per essere di buonumore. Ognuno ha la sua personale combinazione di gesti, abitudini, rituali per ottenere ciò che vuole, ma pochi sanno quanto influenza hanno gli alimenti che ogni giorno assumiamo e le persone che frequentiamo.

Per restare in tema di salute e di metodi vaccinali, per conservare il benessere e la salute nel corpo e nella mente, ancora una volta il cibo e lo stile di vita la fanno da padrone.

Ho ricevuto diverse richieste di approfondimento di questi argomenti e, con gioia, accolgo e rispondo.

Parto subito con una notizia che vi farà sorridere:per 9 italiani su 10 il cibo cura i dispiaceri!

Molti si ritrovano (lo so perché diversi pazienti lo ammettono) e in testa alla classifica (stilata da Marketplace della spesa online) ci sono i comfort food salati come pizza, hamburger, patatine, affettati seguiti da quelli dolci come cioccolato, biscotti e gelato. Il cibo “ansiolitico” viene assunto per “dimenticare” i problemi di lavoro o quelli familiari o le delusioni o per sedare ansie di ogni tipo. Per lo più viene divorato sul divano, alla sera, dopo cena per chiudere in “bellezza” la giornata.

Altra notizia non meno importante: ad influenzare il peso corporeo non sono solo la genetica e la dieta, ma anche i rapporti sociali. Chi frequenta persone sovrappeso rischia il sovrappeso.

Parlare di contagio di questi tempi è brutto, ma non siamo lontani dal concetto di viralità. Questo non vuol dire che se hai amici o parenti grassi tu, per osmosi, lo diventi; vuol dire che le persone che ti circondano con le loro abitudini, credo, atteggiamenti verso la vita e il cibo ti influenzano eccome!

Bene, ho sganciato due belle bombe!. Ora lasciatemi spiegare perché.

Ogni volta che mangiamo o solo pensiamo al cibo che ci piace si scatena una reazione biochimica che prepara il corpo all’assunzione e alla digestione/metabolizzazione dei nutrienti.

Alcuni nutrienti, in particolare gli zuccheri, i grassi e il sale, hanno il potere di “eccitare” aree cerebrali deputate al piacere. Sono quelle stesse zone del cervello che vengono iperstimolate artificialmente dalle droghe. I cibi ricchi di zuccheri, grassi e sale, infatti, si comportano proprio come le droghe e danno dipendenza ossia, contro la tua volontà e ragionevolezza, non puoi farne a meno.

Per zuccheri, grassi e sale intendo proprio i comfort food sopra citati, quelli che si usano come ansiolitici per “dimenticare” e trovare pace, ristoro.

Sfortuna vuole che quegli stessi alimenti sono, se abusati, responsabili di sovrappeso, ipertensione, ipercolesterolemia, diabete e dell’infiammazione (responsabile di tutte le patologie e del calo delle difese immunitarie).

Il fatto, che vorrei fosse di riflessione o non di terrore, è che quei cibi di conforto sono quelli che, generalmente, vengono offerti o preparati per accogliere amici e parenti o, quando si può, ordinati al ristorante e nelle molteplici pizzerie di tutte le nostre città.

Molti si sentono in difficoltà ad ordinare altro e a non pasteggiare con affettati, formaggi, pizza, pasta super condita o il dolce/gelato che gli amici/parenti hanno preparato per loro.

Che male c’è direte voi! Nessuno rispondo io. Se fatto ogni tanto.

Cibo, dipendenza, abitudini, “obblighi” formali e sotterranei nel mangiare ciò che gli altri invitano a fare se reiterati, ripetuti spesso mettono a rischio equilibrio mentale, linea, autostima e…intestino. Ecco l’organo delle decisioni e del destino: l‘intestino.

Se potessimo mettere su una bilancia tutti i batteri che abitano il nostro intestino leggeremmo un numero considerevole: 1,5 kg!. Come un fegato o un cervello umano! Questa comunità batterica ha molteplici compiti indispensabili per la nostra vita: assorbimento dei nutrienti, produzione di vitamine, eliminazione delle scorie ma anche funzioni “più nobili” come quelle relative alle emozioni. L’intestino ha una quantità di cellule nervose confrontabile con quella del cervello tradizionale con il quale interagisce ininterrottamente.

Nella prestigiosa rivista Nature Microbiology si legge che l’uomo ha il potere di dirigere il concerto dei popoli batterici intestinali e che questa abilità (che si traduce nella competenza dell’equilibrio dei vari ceppi ossia affamare le specie che fanno ammalare e nutrire quelle che sostengono la vita e proteggono dall’infiammazione-patologia) è la chiave per vivere a lungo, in salute e mentalmente centrati.

Il cibo come medicina, ansiolitico e vaccino ha un senso e parla la lingua dei piccoli abitanti custoditi nella nostra pancia. Loro, i batteri che costituiscono il microbiota intestinale, la sanno lunga, più di noi e noi dipendiamo da loro. Loro, i batteri intestinali, ci chiedono nutrimento per vivere bene, per avere risorse e, con un meccanismo di mutuo soccorso, ci ripagano con un assortimento di azioni benevole che ci fanno forti, sani e benpensanti. Come noi, anche loro vogliono mangiare cibo buono, non quello deciso dalla dipendenza o dagli amici/parenti ghiotti. I batteri vogliono il meglio che è il migliore cibo anche per tutti gli altri organi; e non ha il nome dei comfort food!

L’argomento è vasto, misconosciuto, misteriosamente poco pubblicizzato. Eppure è lì il “segreto” del buon vivere; non siamo mai soli ma sempre in compagnia degli “amici batteri” che ci abitano. Loro sanno anche perché non riesci a dimagrire, sanno perché hai sviluppato una malattia autoimmune, perché sei depresso o rischi infarti e altri malanni che nessuno ti augura. E sanno pure perché il vaccino anti-Covid può o meno esserti utile.

E’ tutto così enormemente importante e serio e, in quanto tale, merita di essere approfondito. Per essere migliore. Per essere sani. Per essere da esempio.

E’ per questo e per altri motivi che hanno la consistenza della mia sete di sapere, mi sono iscritta ad un nuovo corso di “probiotica e nutrizione”. Capire e sapere sono un imperativo che mi colmano. Grazie a questo nuovo corso, unico in Italia nel suo genere, conto di perfezionare la mia conoscenza verso i piccoli e preziosi abitanti del nostro intestino. Sapere di loro vuol dire sapere di noi, vuol dire avere gli strumenti e la cognizione per far loro del bene. Con rispetto e dedizione. Perché il loro lavoro si traduce in benessere, salute, bellezza e buonumore.

Vi pare poco?

Ogni giorno, anche grazie al nuovo corso, imparo qualcosa di più e, lo prometto, ad ogni articolo aggiungo buone nuove.

Ne abbiamo bisogno tutti.

Comincio la settimana prossima.

Vi aspetto

IO CI SARO’.

GRAZIE