“Amore, tu lo sai che ho bisogno di una dieta quotidiana di noi”
L. Ravera
Fra tutte le stagioni dell’anno, l’autunno contiene una promessa: quella della raccolta.
Raccogliere è un gesto che rimanda alla pienezza, alla soddisfazione, all’abbondanza. In autunno tutto è pronto per il raccolto nei campi che, maturi, offrono prelibatezze adeguate alla stagione (un esempio fra tutti la vendemmia). In autunno anche gli umani raccolgono i frutti dei loro sforzi e dei progetti postulati ad inizio anno. In questa stagione si raccoglie ciò che si è seminato sia a livello pratico (progetti di lavoro, familiari, sociali) che sul piano emotivo, nel nostro spazio interiore. In quell’area interna collocata tra la mente, il cuore e la pancia c’è un archivio di idee, promesse, obiettivi e desideri che chiedono di essere realizzati. Quelli pensati e ideati all’inizio dell’anno fanno capolino ora: se sono stati curati, ben coltivati, accuditi si rivelano procurando soddisfazione, fierezza, pace. Sono l’espressione dello stato d’animo di questo momento che è tutto ciò che conta, tutto ciò che abbiamo. Attribuire decadenza, nostalgia, tristezza, fine dei giochi estivi all’autunno la dice lunga sui nostri condizionamenti e pensieri forse un poco preconfezionati.
Se la natura, ora, offre il meglio di sé, perché non dovremmo farlo noi? La natura non sbaglia mai, è saggia, antica, perfettamente sincronizzata e priva dei limiti umani. Infatti non è umana, ma è altrettanto vitale. A mio avviso è un ottimo esempio da seguire proprio ora, in autunno, e pensare, agire in termini di abbondanza e ricchezza piuttosto che di mancanza e privazione.
Ora abbiamo la duplice possibilità di raccogliere e creare un nuovo spazio per quello che verrà dopo. Quasi come fosse una nuova semina per attrezzare il personale terreno ad essere fertile e far crescere i nuovi sogni, le nuove speranze. Ora, dopo quasi due anni di dura prova pandemica, siamo tutti collegati in un progetto di rinascita, pulizia, rinnovamento. Siamo tutti disposti, pronti e sufficientemente provati per essere e diventare migliori. Tutti insieme possiamo riprogrammare il nuovo raccolto. L’unione delle intenzioni, delle forze, della ricerca e della solidarietà è già un ottimo auspicio di raccolta abbondante e ricca.
Per farlo occorre alleggerirsi dai pesi inutili e avere energia. Mantenendo la metafora del regno vegetale, occorre potare i rami secchi e fertilizzare il terreno. Così, oltre a permettere la buona raccolta, predisponiamo il nostro organismo alla salute e all’abbondanza che verrà.
Eliminare gli eccessi e ciò che è “secco” riprogramma l’intero essere in un processo di pulizia, ordine e dinamismo inimmaginabile. Crea anche nuovi spazi da occupare, finalmente, di novità e di progetti/desideri chiusi nei cassetti forse proprio perché non c’era spazio per loro.
Purificare il corpo e la mente rilancia l’essere umano in una dimensione cristallina dove l’energia scorre senza impedimento e tutto si fa un po’ più chiaro. La sensazione immediata è quella della leggerezza mista a saggezza, amica dell’azione ben ponderata ma che sa osare. Questa fase richiede anche il “fertilizzante” che nutre la mente ed il corpo, capace di fortificare, proteggere e rinvigorire tutti gli organi così da renderli inattaccabili dalle malattie, dagli squilibri e dagli insulti; anche di quelli emotivi che, in questa stagione, deprimono un po’ di più.
Eccola dunque la terza azione che raccomando nella “mappa del benessere e del dimagrimento” che ho ideato (fase che viene subito dopo la corretta selezione dei pasti e la leggerezza/allegria del vivere e del buon mangiare indicati in primavera ed estate). La terza fase è perfettamente allineata alla stagione autunnale:
3a AZIONE: vivi la sacralità del cibo ed entra in risonanza con gli alimenti purificanti ed energizzanti.
Il cibo è sacro sia in senso religioso stretto (è il corpo di Cristo che salva e perdona) sia in senso laico e medico. Quello che mangiamo quotidianamente scrive la nostra storia clinica-spirituale: salute o malattia, forza o stanchezza, energia vitale o depressione, peso forma o sovrappeso, pazienza o aggressività, desiderio o apatia.
Il cibo è sacro perché dona la vita e la mantiene ogni giorno: nessuno è vivo senza nutrimento per lungo tempo, il cibo è il motore acceso che ci muove e ci fa diventare uomini, donne, artisti, insegnanti, scopritori, genitori, amici; esseri umani.
Il cibo è sacro perché è il più potente scambio di amore che conosciamo: il primo gesto di una mamma dopo il parto è quello di allattare quindi dare il cibo al nuovo nato, gli amanti si incontrano a tavola e il cibo preparato per l’occasione è intriso del loro amore, fra amici si condividono esperienze e segreti tra una portata e l’altra, tra un bicchiere e l’altro.
Il cibo è sacro perché è amore puro, ancestrale ed irrinunciabile.
Per onorare la sacralità del cibo e godere appieno delle sua forza medicamentosa non occorre fare troppi sforzi; occorre portargli rispetto.
Questo vuol dire preoccuparsi di non sprecarlo, di non arrivare a gettarlo nei rifiuti perché dimenticato nella dispensa o nel frigorifero; significa stare attenti a mangiare solo il cibo di stagione e non le primizie in antitesi con la sostenibilità e la capacità nutritiva, significa anche sceglierlo e comprarlo in quantità adeguate, nella sua interezza e genuinità che poco ha a che fare con i processi industriali di conservazione e stoccaggio con imballaggi di plastica (micidiale per il sistema uomo e natura). Significa pensare prima di acquistare e maneggiare ogni alimento da preparare con la gratitudine che merita per tutto il bene e il piacere che ci procura.
So che capisci e condivi tutto questo perché tu stesso, in prima persona, “senti” quanto è importante il rispetto verso il cibo perché ti risuona dentro e percepisci che coincide con quel rispetto che tu pretendi dal mondo intero in quanto essere vivente. E che ti meriti. E che si merita il cibo di cui ti nutri. Vivente anch’esso. E’ un circuito virtuoso quello fra il cibo, l’uomo e la natura che chiede di essere riconosciuto e amplificato. Non c’è separazione tra i comparti del circuito uomo-natura ma partecipazione.
E ora lasciami dire cosa sento, cosa ho capito e imparato circa gli alimenti energizzanti e purificanti perfetti per il momento attuale: l’autunno. Insieme alla sacralità del cibo sono la terza azione che ti chiedo di sperimentare.
Ne parlo settimana prossima.
Non mancare.
IO CI SARO’
GRAZIE
Caspita Valentina queste sono vere perle di saggezza. Hai centrato, come di consueto, l’essenza tra anima e corpo, cuore e pancia. Grazie mille, aspetto con ansia la prossima pubblicazione. Un abbraccio 🤗
Grazie ❤️
Belle parole. Il cibo è sacro come la nostra vita.
Nutrirsi in consapevolezza è molto importante.
Sono parole a cui poche persone fanno attenzione
Grazie per queste riflessioni.
Grazie a te Elena perché apprezzi e poni attenzione
Bella la rinascita !
👍